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04 marzo 2013

Il quadrato bianco

Non è mai stato facile, e non lo è nemmeno ora. Un quadrato bianco cancella un volto, comunica alla clientela che Ziggy l'alieno non c'è più, almeno non così com'era. Nemmeno noi mentre assistiamo urlanti al suo e nostro divenire siamo più quelli, modificati, alcuni cresciuti all'ombra di un'elegante follia anche per mano sua. Abbiamo bisogno dell'uno e dell'altro, del giorno prima e di quello dopo. Di quanto eravamo non possiamo mica far finta che non sia mai stato. Ma l'avvertimento è d'obbligo, giusto se a qualcuno venisse la tentazione di cercarlo ancora in quel modo dentro questo disco. Cosa c'è all'interno quindi? Questo nuovo essere qui, non meno complesso, non meno intenso e spiazzante. E' ancora Bowie, non scherziamo, c'è eccome dietro la figura grigia che fa la spesa a New York con lo sguardo sprofondato nel volto sciolto, altrimenti non avrebbe scelto la copertina di Heroes trasfigurandola. Eroe in battaglia con il tempo. Ma cerchiamolo nel modo giusto, non dietro una patetica imitazione di se stesso. La nostalgia è una minaccia non meno orrenda della morte. Una certa parodia ci sta, la malinconia anche, perchè negarla, soprattutto quando pensi a Berlino, al chiasso infernale degli anni '70. Dove siamo adesso? Siamo qui, a dire la verità un pò stanchi,  abbiamo da fare. Vediamo le cose sbilenche, con un occhio diverso dall'altro, non c'è rimedio. Stiamo ancora tentando di adattarci alla vita sulla terra.
Mi sa che non siamo un gran che in questo, Mr Bowie.


>>Ziggy si sveglia a mezzanotte

2 commenti:

  1. Certo la copertina fa riflettere. Mi dà l’idea di un uomo stanco di essere imprigionato nel suo passato che con un colpo di spugna cancella l’immagine di se stesso e le mistificazioni che ne derivano e che lui stesso ha forse contribuito a forgiare. Lo spazio bianco pare una maschera ulteriore, l’unica che renda possibile il perdurare dello spettacolo. Tutto mi sembra ruotare intorno al concetto di assenza. E’ come se Bowie dicesse: non sono io a essere tornato, non è Ziggy, è una nuova entità, un nuovo trucco.
    Sto leggendo e rileggendo questa tua analisi, Elena, un caro saluto.

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    1. Il giorno dopo, il tempo, si è preso tutto, persino una nuova maschera che potremmo ammirare, e sognare di indossare. Il non mostrarsi che forse è davvero non esserci, l'assenza, colpisce duramente. Forse perchè suona come un'eco del percorso di chiunque.

      A presto, Ettore

      Elena



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