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02 maggio 2013

Alzara project

Scribbled Wire Sculpture by David Oliveira
Ho una scrittura grezza e arrogante. Quando tento di costruire, limare e rifinire mi ritrovo imbrigliata in un linguaggio simbolico in terra fantasma che non riesco a normalizzare, e quando infine mi sforzo aggiusto e riaggiusto non sono certa di aver ottenuto quello che volevo. Rileggo e mi dico che quello che volevo era proprio il linguaggio simbolico. Forse la spiegazione va cercata nel motivo per cui mi piacciono la letteratura americana e Sean Penn*. Non perchè siano grezzi o arroganti - forse un pò anche per questo lo ammetto -,  ma perchè guardano il mondo da una prospettiva delusa; non dal tempo però, piuttosto per via di un'incapacità ad adattarsi che si esprime nel non volersi sgrossare. Come se l'eccesso di stile depotenziasse l'urlo che per chiunque è il vero movente del voler dire qualcosa. Sembrano ingenuità, percezioni adolescenziali, comunicazione di pancia. Forse è solo insofferenza. Sappiamo che non è così che funziona, la letteratura lo dimostra ampiamente con le sue storie scarne e potenti, i linguaggi purificati che scolpiscono le epoche. Eppure non basta. Non basta a me, e non basta ora e qui, in un universo come questo in cui le voci sono dappertutto provengono da ogni punto dello spazio e del tempo e si accavallano coprendo le voci con altre voci, e qualunque cosa si dica di certo la replicherà qualcuno tra un momento, e anzi è molto probabile che l'abbia già detta un altro. Così rimane solo l'urlo svuotato che si sgretola e inghiotte il tempo, e il tempo si scompone in tante piccole schegge perdendo la funzione di contenitore e di chiave di lettura di una coscienza in evoluzione. E' così che l'idea di Alzara è nata e -  molto molto lentamente -  sta procedendo. Le schegge si sparpagliano in tutte le direzioni sulle pagine e così sia.


*Più l'idea del regista e attore Sean Penn che non il vero regista e attore Sean Penn.

2 commenti:


  1. Mi vengono in mente due versi di Valéry Larbaud: “Del pompiere io imito lo stile!/ Quell’autore scriveva così bene. / che per me hanno sempre rappresentato un’illuminata critica alla leziosità di qualsiasi eccesso di stile, che spegne il fuoco, cioè la sostanza della comunicazione. Come dici tu, in fondo dietro ogni voler dire si nasconde semplicemente l’urlo.

    Ciao, Elena, in bocca al lupo per i tuoi progetti.

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    1. Mi piacerebbe che emergesse la frammentarietà, del tempo, della percezione del tempo e delle relazioni, e anche del linguaggio. E' una sfida, viene da chiedersi se per ottenere questo non sia necessario spingersi proprio nell'uso sfrontato dello stile. O se il proprio urlo crudo non possa essere invece interpretato come leziosità.
      In qualunque caso una certa sfrontatezza sembra indispensabile. Ma forse lo è sempre quando si arriva a pensare di scrivere.

      Ciao Ettore,
      e grazie

      Elena

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