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06 settembre 2021

Sostanza




Andare oltre la bellezza
superare la fascinazione 
illusorio senso di pace che non può essere un faro, la mèta a cui tendere
Di cosa è fatto dunque l'impulso che ci spinge attraverso lo spazio vuoto
che è il nostro vero ventre-luogo di appartenenza?



4 commenti:

  1. È proprio la mancanza di sostanza del Tutto che ci addolora e inquieta. Ciò accade, credo, perché siamo nell’illusione. Anni fa pubblicai un prosimetro intitolato “La Maya dei notturni”, volendo dire, tra l’altro, questo. Dunque, sono in piena sintonia con questi bei versi. In “Helgoland”, Rovelli fa considerazioni simili, partendo dalle sue conoscenze di fisico. Considerazioni affini a certa filosofia indiana. Ciao Elena.

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    1. Ciao Ettore, "La Maya dei notturni" da tempo abita la mia libreria, e spesso sfoglio quei testi in molti dei quali ritrovo in altra forma alcuni dei miei pensieri. E' sempre un sollievo riconoscersi anche da lontano, affacciati sullo stesso baratro.
      Un saluto,

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  2. Credo che cerchiamo l'origine del nostro tutto, la forma perfetta che poi si è scomposta in mille frammenti che non riusciamo più a ricomporre

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    1. Ciao Enzo,
      è vero spendiamo probabilmente troppe energie a tentare di sanare l'insanabile caos di cui siamo fatti e in cui vagoliamo. In rari momenti accade di mollare la presa e immaginare il proprio totale dissolvimento, e tornare così alla nostra vera origine.
      Un saluto,

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