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11 giugno 2013

Minuto

Un grido in bianco e nero. Pelle d'argilla appesantisce i sogni, non sono certa che penetrino a dovere. Separatamente siamo la punta di un chiodo, insieme due buchi uno accanto all'altro.
Gratto la polvere sui libri, creo profili spezzati a incastro tra i discorsi inutili. Sono un disco rotto te ne accorgi? Eppure neurologicamente sana, così sembra.
In quanto madre indosserei un assillo vuoto, ma come mi vesto quando resto sola? Dove raccolgo le ceneri dei sorrisi? Tradiscono geometrie deboli, vivono tra ombre in traiettoria.

Mi stravacco sulla luna con un sorriso rauco, come una vecchia hippy.
C'è da morire di paura.

1 commento:

  1. Chideo scusa Federico, non ho cancellato volutamente il tuo commento, per sbaglio avevo eliminato l'intero post.
    L'ho inserito di nuovo ma il tuo commento non riesco a recuperarlo.

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