In che senso ho fatto mio il pensiero su volgarità e massa. Credo che la massa sia una somma di individui, che può nascere e crescere come entità specifica solo se ce ne dimentichiamo. La volgarità prende il sopravvento quando ci ostiniamo a pensare la nostra come l’unica vera solitudine, e quando fallisce la nostra capacità di accettazione del fatto che niente di ciò che fa parte della vita, reale o virtuale, possa colmarla. Quando ci affatichiamo nel difendere la nostra integrità e specificità di individui, e allora cerchiamo consolazione nell’ammassarci in tutti i modi possibili, omologando i gusti, con i mi piace, con cieca accondiscendenza. Schiacciando l’immaginazione nel ghetto della nostra vita fatta di orari e responsabilità come fosse un rifiuto.
Non ci rendiamo conto in quei momenti che il sentimentalismo a cui ci sottomettiamo è proprio ciò che ci allontana di più dalla vera compassione umana. Offuscati, ciechi come un feto, penosamente affamati del nulla da cui proveniamo, protesi verso un’incoscienza primordiale.
Non è uno scandalo. E’ una risposta semplice a un disperato bisogno umano. Non tutti sentono per istinto la necessità di lottare per preservare la propria specificità. Ma forse questa necessità dovrebbe essere suggerita almeno come presupposto per un processo evolutivo minimo della coscienza individuale, come dote necessaria per un’esistenza soddisfacente.
Per la verità siamo costantemente in bilico su questo filo, sospesi, tra il desiderio di emergere dall’acqua e il lasciarci annegare. Specie davanti alla bellezza, al dolore, all’amore. Non è misterioso quel bisogno feroce di sparire che sa coglierci in un momento di tragico abbandono? Non è mai chiaro se sia un bruciante desiderio di vita o di morte. E allora, per cancellare il tormento dell’incertezza facciamo dei figli. A volte è impossibile, e magari non basta. E allora scriviamo. E sbagliavamo se pensavamo di sciogliere qualche nodo. Altri dubbi, nuove contraddizioni e tormenti si affacciano.
Ma tanto, cos’altro abbiamo di così importante da fare?
18 ottobre 2013
17 ottobre 2013
Tra sé e sé
"Sconfiggere la volgarità planetaria è impossibile a priori, ma combattere senza pietà la nostra personale non si può definire nemmeno un atto di coraggio, ma di semplice igiene umana.
Non nutrirsi di spazzatura, non inghiottire avidamente tutto ciò che defluisce dalle vasche di decantazione di massa, ma mantenere una certa distanza tra sé e sé. Questo, dovremmo imparare a fare, anche se è più difficile che riuscire a fermare la pioggia. "
Daniele (Ero il piú stucchevole assaggiatore di libri)®
(su Lionel Asbo. Lo stato dell'Inghilterra, Amis Martin)
Non nutrirsi di spazzatura, non inghiottire avidamente tutto ciò che defluisce dalle vasche di decantazione di massa, ma mantenere una certa distanza tra sé e sé. Questo, dovremmo imparare a fare, anche se è più difficile che riuscire a fermare la pioggia. "
Daniele (Ero il piú stucchevole assaggiatore di libri)®
(su Lionel Asbo. Lo stato dell'Inghilterra, Amis Martin)
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