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22 aprile 2014

Mentre morivo - William Faulkner

Ciò che trovi senza averlo cercato, che serra la voce e cancella ogni domanda prima che nasca l'idea di formularla.
Ciò che si pone non al di sopra della terra ma proprio là sotto le radici, nella sorgente segreta della letteratura, di cui nulla ci si chiede perché senza dar l'idea di averlo voluto, nel modo più difficile e scarno, percorrendo una traiettoria astratta come una zolla di terra, fiumi di sangue, linfa del mondo in decomposizione dagli albori del tempo, semplicemente è: prosa magnifica sorta dalle ceneri dell'Antologia di Spoon River di cui veste la coralità dispersa attraverso gli infiniti giochi di specchi nati dall'essere e dover essere o non poter essere: figli e padri e fratelli e sorelle e madri.
Ciò che attraversa il midollo della natura stessa dell'essere umani, il sonnolento incedere di esistenze risucchiate dalla follia e dal caso delle nascite e delle morti, e qualunque voce parli, sempre sempre questo affanno sotto i volti ingessati nel rispettare le atrocità di un orrendo copione in cui i contorni delle sagome di carta non corrisponderanno mai.

2 commenti:

  1. Questa tua analisi mi ha incuriosito molto. Penso che questo libro sarà uno dei prossimi che leggerò. Da quello che ho letto di Faulkner, i suoi personaggi sono spesso divorati all’interno da quello che definirei un senso di fallimento ontologico. Una domanda: qual è il legame con l’Antologia di Spoon River? Un caro saluto.

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    1. Il primo Faulkner l'ho letto molto tempo a causa di un tuo post. Questo chiuderebbe il cerchio, o invece chissà innescherà una magnifica spirale.
      Questo testo comunque è unico. Il primo legame con l'Antologia di Spoon River l'ho trovato nella struttura del romanzo. Ogni capitolo è una voce narrante in prima persona dall'interno di una piccola misera comunità. Su tutto incombe costante la tragedia, come una tempesta che non si scatena mai veramente, covando sotto una pesante cappa di morte. Eppure intanto si parla d'altro e la tragedia non manca mai di colorirsi di una vena di ridicolo e di assurdo. E questo è  il secondo legame. Ma forse ce ne sono altri, o forse invece li ho inventati solo perché l'Antologia è sempre sul comodino.
      Sarò felice di leggere i tuoi pensieri su questo, e su tutto ciò che saprai trovare in questa strana opera.
      Un caro saluto a te Ettore

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