Lo sai ti verrà la tentazione di rinunciare. Ti diranno: la poesia è sempre triste.
E tu sentirai salire in te un imbarazzo perché riconoscerai che è vero.
Per difenderti ti verrà voglia di contraddirti. E perché poi la poesia non potrebbe essere felice?
Ecco ora io ti chiedo: sei felice? Ed è certo che a te come a chiunque altro la domanda sembrerà strana, inopportuna, persino irritante. Che domanda è? Mi stai chiedendo se sono felice in questo momento o in assoluto? E felice come? Ma tutti questi tentativi di scomporre il problema non ti aiuteranno a trovare una risposta.
Non è niente, non devi preoccuparti. La domanda è lecita come lo è il tuo imbarazzo. Dentro di te, fin da molto molto piccola, lo hai sempre saputo. Si tratta proprio di questo. La poesia è la scelta di non rinunciare a niente di quello che ci succede, di non nasconderlo, di andare a raccontarlo al mondo senza omettere il dolore. E' la volontà di non sotterrare il nòcciolo di tristezza che sta proprio nel centro di tutte le felicità e che rende tanto difficile riconoscerle mentre si vivono. Io, si, sono felice. Mi alzo, mangio, lavoro, sposto oggetti, leggo, parlo, agisco, ascolto, sorrido. Me ne vado in giro nella mia felicità portandomi dietro questa piccola sacca di disperata malinconia e di solitudine. Può essere una cosa da nulla, l'aria non abbastanza tersa, la prospettiva di una giornata liscia e senza attese, una musica inadatta, oppure troppo esatta. O una cosa grande come un'assenza, il senso del tempo, o una stanchezza. Un'irragionevole ovvia disperazione.
Andarsene in giro così.
Ecco cos'è, la poesia.
14 aprile 2015
07 aprile 2015
Scheda N.3 - Il viaggio
Viaggio.
Parabola del viaggio come recupero/meditazione/studio delle proprie percezioni
Viaggio come astrazione simile all'arte
Camminare nel mondo guardandosi da un'altezza crescente e decidere così meglio il proprio percorso
guardare il mondo conosciuto con gli occhi del viaggiatore
alzare lo sguardo verso il cielo e i cornicioni equivale a porsi ad un punto di osservazione elevato
Fenomenizzare il viaggio
Opportunità di incontri dall'interno di una solitudine invasa dalla luce sfavillante dell'estraneità
Portare a passeggio la propria fortezza
Esporsi in primo luogo a odori sconosciuti, diverse rifrazioni della luce dovute ai materiali e a un diverso modo di impiegarli
Il suono si propaga per mezzo di nuove metodologie di approccio interpersonale
Ogni dialogo/incontro si prospetta come un'esperienza di rinascita e di una nuova visione di sè stessi
Il ritorno è anch'esso viaggio e ribalta la curvatura della propria proiezione nel mondo
Il viaggio solo sognato attraversa confini ancora più impazienti
Il viaggio in corso ci scolla da una fissità e dilata l'orizzonte del possibile
ma separa anche dalle specificità che ci appartengono e che per tutta la durata del viaggio non riescono più a farci ombra
Il viaggio compiuto si installa come una cimice sotto la pelle del polso e si fonde con i tessuti
l'Eterno Ritorno è anch'esso un viaggio
Non bisogna pensare che l'Eterno Ritorno sia una banalità.
Parabola del viaggio come recupero/meditazione/studio delle proprie percezioni
Viaggio come astrazione simile all'arte
Camminare nel mondo guardandosi da un'altezza crescente e decidere così meglio il proprio percorso
guardare il mondo conosciuto con gli occhi del viaggiatore
alzare lo sguardo verso il cielo e i cornicioni equivale a porsi ad un punto di osservazione elevato
Fenomenizzare il viaggio
Opportunità di incontri dall'interno di una solitudine invasa dalla luce sfavillante dell'estraneità
Portare a passeggio la propria fortezza
Esporsi in primo luogo a odori sconosciuti, diverse rifrazioni della luce dovute ai materiali e a un diverso modo di impiegarli
Il suono si propaga per mezzo di nuove metodologie di approccio interpersonale
Ogni dialogo/incontro si prospetta come un'esperienza di rinascita e di una nuova visione di sè stessi
Il ritorno è anch'esso viaggio e ribalta la curvatura della propria proiezione nel mondo
Il viaggio solo sognato attraversa confini ancora più impazienti
Il viaggio in corso ci scolla da una fissità e dilata l'orizzonte del possibile
ma separa anche dalle specificità che ci appartengono e che per tutta la durata del viaggio non riescono più a farci ombra
Il viaggio compiuto si installa come una cimice sotto la pelle del polso e si fonde con i tessuti
l'Eterno Ritorno è anch'esso un viaggio
Non bisogna pensare che l'Eterno Ritorno sia una banalità.
02 aprile 2015
Il tempio di lettere
Che talento ho per la lettura! Lo so, perché dopo qualche tempo non conservo quasi nulla se non un’impressione, un colore, una convinzione di ciò che ho letto, senza poter essere in grado di riportare una frase o riassumere un capitolo. Se rileggo un libro che so avermi impressionato, le frasi che avevo sottolineate non mi sembrano più così importanti, mentre oggi ne segnerei di nuove tra quelle che forse avevo del tutto ignorato, e che ora non so più di aver letto.
Estasi e materia è un libro che in cinque anni non ho finito di rileggere. Qualcuno che non mi conosceva me lo suggerì, indovinando un possibile ceppo comune dai miei poveri scritti. Da allora non dimentico questo libro, ma dimentico cosa voglio che contenga. E così porto avanti i lavori del mio tempio infinito.
Trovo tutto questo magnifico e tragico.
Non essere tragici, non essere demoliti costantemente da sé stessi, sarebbe uno spreco di tempo, un’occasione mancata.
Estasi e materia è un libro che in cinque anni non ho finito di rileggere. Qualcuno che non mi conosceva me lo suggerì, indovinando un possibile ceppo comune dai miei poveri scritti. Da allora non dimentico questo libro, ma dimentico cosa voglio che contenga. E così porto avanti i lavori del mio tempio infinito.
Trovo tutto questo magnifico e tragico.
Non essere tragici, non essere demoliti costantemente da sé stessi, sarebbe uno spreco di tempo, un’occasione mancata.
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