Viaggio.
Parabola del viaggio come recupero/meditazione/studio delle proprie percezioni
Viaggio come astrazione simile all'arte
Camminare nel mondo guardandosi da un'altezza crescente e decidere così meglio il proprio percorso
guardare il mondo conosciuto con gli occhi del viaggiatore
alzare lo sguardo verso il cielo e i cornicioni equivale a porsi ad un punto di osservazione elevato
Fenomenizzare il viaggio
Opportunità di incontri dall'interno di una solitudine invasa dalla luce sfavillante dell'estraneità
Portare a passeggio la propria fortezza
Esporsi in primo luogo a odori sconosciuti, diverse rifrazioni della luce dovute ai materiali e a un diverso modo di impiegarli
Il suono si propaga per mezzo di nuove metodologie di approccio interpersonale
Ogni dialogo/incontro si prospetta come un'esperienza di rinascita e di una nuova visione di sè stessi
Il ritorno è anch'esso viaggio e ribalta la curvatura della propria proiezione nel mondo
Il viaggio solo sognato attraversa confini ancora più impazienti
Il viaggio in corso ci scolla da una fissità e dilata l'orizzonte del possibile
ma separa anche dalle specificità che ci appartengono e che per tutta la durata del viaggio non riescono più a farci ombra
Il viaggio compiuto si installa come una cimice sotto la pelle del polso e si fonde con i tessuti
l'Eterno Ritorno è anch'esso un viaggio
Non bisogna pensare che l'Eterno Ritorno sia una banalità.
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