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18 maggio 2024

Il potere del suono (e del silenzio)

La parabola dei Talk Talk è interessante.

Si affermano a metà degli anni ’80 (Such a Shame, 1984, It’s My Life, 1984)

La voce di Mark Hollis è strana, nasale e stirata, dà l'impressione che sotto le ritmiche elettroniche accattivanti vibrino corde di altra natura in cerca di una strada per uscire allo scoperto. 

Questo fa sì che anche i brani da classifica risuonino come qualcosa di più astratto, di un'intenzione più profonda. I testi, piuttosto scarni, confermano questa sensazione. Tra i vaghi afflati esistenziali trapela l'eterno dilemma dell'artista diviso tra ricerca della fama e desiderio di esprimersi liberamente, dire quello che si vuole come si vuole.

In 'It's my Life' Mark Hollis scrive "Convinco me stesso (...) E' la mia vita (...) Convinco me stesso (...) Perso tra la folla (...) E mi sono chiesto, quanto impegno ci metti (...) Non dimenticare (...) Preso tra la folla (...) E' la mia vita Non finisce mai"

In 'Such a Shame" : "È un peccato" (ma shame significa anche vergogna) "credere nella fuga, una vita su ogni volto E questo è un cambiamento (...) Questa voglia di cambiare E' un peccato I dadi decidono il mio destino È un peccato In queste mani tremanti La mia fede mi dice di reagire, non mi interessa Forse è scortese che io debba cambiare  Un sentimento che condividiamo È un peccato (...) Forse non so se dovrei cambiare Un sentimento che condividiamo È un peccato (...) Scrivilo sul mio nome (...) "

La discografia conta cinque album in studio del gruppo e un album di Mark Hollis da solista, oltre alle raccolte e agli album dal vivo.

1982 The Party’s Over

1984 It’s My Life

1986 The Colour of Spring

1988 The Spirit of Eden

1991 The Laughing Stock

1998 Mark Hollis

The Colour of Spring arriva dopo soli quattro anni dai primi successi, ed è considerato un album di transizione verso una musicalità più intima e ricercata, e le cose si fanno interessanti. 

Il testo di “I don’t believe in you” mi sembra emblematico, e lo trascrivo per intero:


Ora il divertimento è finito

Now the fun is over

Dove iniziano le parole?
Where do words begin?

Sto cercando di trovare la strada da percorrere
I'm trying to find the path ahead

In qualunque modo tu lo dica
Any way you say it

La farsa continua
The charade goes on

Ma i tuoi occhi non lo vedranno
But your eyes won't see it

E' la stessa vecchia canzone
It's the same old song

Non ti credo
I don't believe you

Non ti credo
I don't believe you

Promesse così d'oro
Promises so golden

Gli anni hanno dimostrato che si sbagliavano
Years have proved them wrong

Sto cercando di lasciare un po' di rispetto per me stesso
I'm trying to leave some self-respect

In qualunque modo tu lo dica
Any way you say it

Il nostro declino continua
Our decline goes on

Ma il tuo orgoglio non ci darà ascolto
But your pride won't heed it

E' la stessa vecchia canzone
It's the same old song

Non ti credo
I don't believe you

Non ti credo
I don't believe you

Io no, non credo in te
I don't, I don't believe in you

E il modo in cui lo giochi
And the way you play it

È il modo in cui lo desideri
Is the way you want

In qualunque modo lo canti
Any way you sing it

E' la stessa vecchia canzone
It's the same old song

Non ti credo
I don't believe you

Non ti credo
I don't believe you

Non ti credo
I don't believe you

Non ti credo
I don't believe you

The Spirit of Eden e The Laughing Stock proseguono su questa strada perfezionandola, creando universi musicali più astratti e atmosfere più rarefatte. Nei testi si fa strada la spiritualità.

Nel 1998 arriva l'album solista di Mark Hollis, l'ultimo, in cui abitano sonorità jazz, melodie sospese, e silenzi. La voce colora il tutto di tonalità calde, di una profondità senza peso.


Di seguito I don’t believe in you, da The Colour of Spring:




Inheritance, da The Spirit of Eden:


Mark Hollis si è eclissato dopo il suo primo e unico album solista, ritirandosi del tutto dalla scena musicale. Già dal 1986 aveva scelto di non esibirsi più dal vivo.

Muore nel 2019.

In una bella intervista per la televisione danese rilasciata nel 1998 dopo l'uscita del suo album da solista, Mark Hollis appare timido, sincero, disarmante.

Sul ruolo della voce ha ovviamente molto da dire (mi scuso per eventuali errori di traduzione).

M.H.: Devi trattare la voce come uno strumento, non deve dominare, deve inserirsi nel paesaggio insieme a tutto il resto - devi vederla da un punto di vista melodico, le inflessioni devono riverberare una luce simile. Pensa ad esempio ad un clarinetto, a certe note che devono avere un certo suono - e così quando scrivi un testo devi prendere un certo blocco e inserirlo anche da un punto di vista fonetico, affinché quando canti suoni in un certo modo. Quando scrivi il testo devi farlo in modo che quando canti risulti credibile. E così che lavoro, parto da questo assunto. Hai a disposizione un gran numero di parole con quel particolare suono, e questo rende le cose più difficili, ma è così che riesci ad ottienere il risultato. Il testo è molto molto importante, perché dal punto di vista del canto, per una buona performance, devi credere in ciò che canti, e per fare questo devi scrivere qualcosa che abbia potere quando lo usi.  

Giornalista: Quindi non significa niente per te il fatto che io, come ascoltatore, possa non comprendere realmente il testo.

M.H.: No, è come se scrivessi le poesie di Stéphane Mallarmé, come se fossero poesie francesi, ed è lo stesso per me quando ascolto per la prima volta quel certo pezzo di musica, amo semplicemente la musica per ciò che è la musica, e il fatto che non posso capire il linguaggio è una considerazione assolutamente secondaria. Poi, poter trovare la traduzione è una specie di bonus. E' di importanza fondamentale nella performance, ma è leggermente secondario in termini di ascolto.

Giornalista: Il silenzio è importante per te, non c'è silenzio solo tra un brano e l'altro, c'è silenzio anche all'interno dei brani.

M.H.: Assolutamente. Prima di suonare due note, impara a suonare una sola nota. E' semplice, si tratta solo di questo. E non suonare nemmeno una nota, se non hai una ragione per farlo. Amo il silenzio, non ho alcun problema con il silenzio. E' soltanto silenzioso. E se stai per romperlo entrandoci dentro, cerca di avere una buona ragione per farlo.

 





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